A nostro avviso è sempre più evidente il fatto che le nuove rivelazioni scientifiche presto o tardi si imporranno sulla visione classica e riduzionistica della vita in tutti gli ambiti di studio e di pensiero. Eppure, non riusciamo a rallegrarci nel vedere che sempre più frequentemente gli argomenti da essa promossi – proprio per la loro portata rivoluzionaria – si prestano ad essere facilmente adottati in modo semplicistico da una qualsivoglia improvvisata corrente di pensiero filosofica, psicologica o spirituale. Pensiamo ai vari libri e dvd di pensiero creativo, leggi dell’attrazione e acrobazie simili, che certamente mal si prestano dall’offrire una visione concreta e realmente trasformativa della vita umana.
A tal proposito sentiamo l’esigenza di rimarcare un nostro profondo atteggiamento di rispetto nei confronti di quelle correnti mistiche o religiose che da sempre hanno accompagnato l’essere umano nel tentativo di migliorarne le condizioni di vita (interiormente, non tecnologicamente), cercando di offrirgli la possibilità di assumere un atteggiamento più nobile e dignitoso nei confronti dell’esistenza.
Inoltre, non tutte queste correnti sono oggi vissute seguendo i dettami tradizionali (che le accomunano tutte, al di là di differenti linguaggi simbolici utilizzati), ma spesso subiscono l’ingiuria di essere distorte, interpretate e divulgate a seconda dei propri obiettivi o interessi personali – cosa che accade frequentemente quando una religione diviene istituzionalizzata.
Non accade di rado, infatti, incontrare persone che promuovono “dottrine” di qualunque tipo, siano esse di origine antica o di formazione recente, basando su di esse i propri introiti economici personali – e a volte anche con significativi giri di affari – avendo oltretutto il coraggio di proporle come sistemi di evoluzione spirituale, e presentandosi essi stessi come motivati da uno spirito missionario nei confronti del prossimo!
Sempre più spesso colpiti da titoli altisonanti e da progetti (definiti “scientifici”) che hanno come banale scopo quello di “salvare l’umanità”, ci siamo chiesti se questo corri corri verso le nuove frontiere della scienza sia un bene o un male.
Il tono con cui qualcuno si avvicina a questo affascinante percorso, ha qualcosa di molto più simile ad un tentativo di rivalsa e di interesse personale, che non ad una reale curiosità ed esigenza di comprendere come stanno veramente le cose o, meglio, di come non stanno le cose.
La nostra personale idea sul concetto di spiritualità è strettamente legata al concetto di consapevolezza di sé, di ricerca di una trasformazione che passa primariamente attraverso il riconoscimento di come si è fatti, di come si “funziona”.
Non escludiamo quindi che vi siano persone che si muovono in tal senso, esempi pratici di un modo di vivere rispettoso nei confronti dell’esistenza. Ma, certo, queste persone non si definiscono come portavoci di verità e conoscenze universali.
In questo triste mercato della spiritualità dei nostri giorni – che molte volte si rivela essere una paradossale strada per rifuggire dalle difficoltà quotidiane dimenticandosi di se stessi – ci è capitato spesso di immaginare la reazione di un ipotetico Gesù contemporaneo di fronte a questo caos di mercanti… forse si indignerebbe rovesciando tutti i banchi come già in passato (a quanto si può leggere) ha fatto, condannando tutti costoro ad aver abusato degli insegnamenti originari, trasformando la sacralità in lucro.
Ben lontani dal voler fare di tutta l’erba un fascio, e nella convinzione che molte persone ne ricercano con serietà e meticolosità i possibili parallelismi con gli antichi sistemi filosofici-spirituali, non possiamo comunque esimerci dal sottolineare la nostra disapprovazione per tutti i “venditori di fumo” che, avvalendosi dei concetti scientifici moderni, si sentono in diritto di associarli alle loro improvvisate proposte religiose o tecniche terapeutiche, e le cui conseguenze applicative possono rivelarsi spesso pericolose.
Dunque, noi ci asteniamo dal luogo comune secondo cui un individuo che si reputa scientifico si debba sentire in dovere di screditare o considerare non accettabile una visione non “razionalizzabile” dell’esistenza; così come, viceversa, ci asteniamo dal luogo comune secondo cui un uomo di fede deve guardare con sospetto e diffidenza le ricerche compiute dalla scienza.
Secondo noi, infatti, l’una non esclude l’altra, dato che
la scienza e il misticismo impiegano metodi incompatibili, ma i loro risultati non sono incompatibili. Una volta che sia stato realizzato che la scienza non ha niente da dire circa un mondo che si trova oltre l’esperienza razionale, non ci deve essere un conflitto perché la scienza e la fede si occupano in domini di esperienza completamente diversi [von Glasersfeld].
D’altro canto, reputiamo che la scienza moderna porti con sé una moltitudine di spunti di riflessione sulla natura dell’essere umano e sul significato della sua esistenza, cosa che ne rappresenta forse il suo tesoro più prezioso; essa apre le porte ad una riesamina dello stile di vita attuale della civiltà (autodistruttivo), conducendo ciascuno di noi verso una presa in carico delle proprie responsabilità.
Volgere gli occhi all’esistenza con spirito critico e analitico non significa necessariamente assumere una posizione antropocentrica nell’universo, ma può anche voler dire riconoscere con umiltà la nostra incapacità attuale di comprendere l’immenso mistero che la vita costantemente utilizza per stupirci, nella sua imprevedibilità, e nella sua bellezza.
Ma, adesso, diamo spazio alla vostra opinione in merito.
Mi complimento innnazi tutto per la vostra intelligente e appassionata iniziativa. Attiro la vostra attenzione su un problema d’inquadramento generale:
1. Viviamo la fase di passaggio a una concezione del mondo sostanzialmente nuova che non può essere descritta usando i soliti significanti, come “materia” e “spirito”, al fine di evitare facili e persino involontari fraintendimenti. La definizione più ampia possibile di questi ed alcuni altri termini mi pare necessaria prima ancora di discutere.
2. Anche il concetto di “scienza” resta vago. A quale disciplina scientifica ci si riferisce? Non in tutte si applica il metodo galileiano. D’altra parte la frase di von Glasersfeld non mi convince: qualsiasi disciplina scientifica descrive un certo settore del reale “per simboli”, che rinviano a futuri altri “simboli” e così via. La scienza nel suo modo di procedere è “mistica”, cerca qualcosa che sta sempre “oltre” senza poter mai raggiungere la verità della “cosa in sé” o “l’Assoluto”.
3. Non mi va a genio l’uso del termine “religione”, gli preferisco “religiosità”, per significare un atteggiamento di venerazione verso un Termine Assoluto “increato” (dato che deve per forza esistere un “UNO Increato”!) che può essere, a seconda delle scelte personali (se non ci si rifugia nell’indifferenza e nell’agnosticismo acritico) o Immanente o Trascendente.
Spero di non aver complicato la già imbrogliata matassa, pur avendo avuto l’intenzione di dipanarla un poco.
Saluti cordiali
Fabio Mantovani
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